Firmato il Decreto per gli incentivi per le auto (trovate in fondo il testo integrale), che con rottamazione sarà:
– € 5.000 (elettrica fino a € 35.000);
– € 4.000 (ibride plug-in fino a € 45.000);
– € 2.000 (termica bassa emissione fino a € 35.000)
Una scelta che all’apparenza sembra premiare l’acquisto delle auto Ibride plug-in rispetto a quelle elettriche: ci sono infatti appena 1.000 euro di differenza con un costo di acquisto che per le ibride plug in è di ben 10.000 euro superiore.
Per fare un esempio una 500 elettrica costa come una Renault Arkane e più di una Yaris Cross (entrambe in versione ibrida), auto di segmento superiore e con abitabilità e dimensioni nettamente più grandi.
Chiaramente parliamo di due filosofie di mobilità completamente diverse e ancora limitate dalla disponibilità di ricarica.
Stride però la scelta del governo per un incentivo nato per rinnovare il parco vetture in ottica di sostenibilità ambientale e abbattimento delle emissioni ma che nei fatti incentiva in proporzione molto di più le termiche che le elettriche.
Un modo per permettere alle case automobilistiche una transizione non troppo traumatica prima della conversione inesorabile verso il full electric.
Vi voglio però anche raccontare le mie ultime avventure “elettriche” complice un intervento alla mia autovettura per un guasto e quindi giocoforza costretto a girare per un mese con una macchina di cortesia.
Dopo un mese in modalità elettrica vi racconto le mie impressioni. Ho provato due vetture: una Renault Zoe e una Dacia Spring.
La differenza per chi come me è abituato al cambio manuale e all’erogazione del motore termico è impressionante: 100% di potenza subito al pedale, comodità assoluta di non avere la frizione e di poter guidare come fosse uno scooter.
La Renault Zoe ottima macchina, brillante e potente, ben accessoriata e davvero comoda per la città, autonomia di circa 300 km che con il piede allegro o nelle strade extraurbane si riduce parecchio.
Ecco, una differenza che si nota subito è riguardo la guida: consuma di più nell’extraurbano rispetto al ciclo urbano e l’utilizzo per lunghe tratte è impossibile.
Però per un utilizzo giornaliero è perfetta, comodissima e rilassante, sportiva quando serve e ci si rende spesso conto di quanto sia stupido “consumare” di più.
La comodità massima chiaramente si ha con la possibilità di ricaricarla a casa, magari con un fotovoltaico abbattendo il costo a zero.
Io ho ricaricato da casa su presa normale 16A senza mai essere a zero e in sette ore si ricarica della metà, più o meno.
Una macchina ben fatta, anche se (come tutte le elettriche) è cara: la versione che ho provato è la Business e costa circa € 35.000 di listino.
La seconda macchina che ho provato è la Dacia Spring: parliamo di una classica utilitaria, spartana e leggerissima, con un motore che pur essendo molto meno potente (i vecchi 45 CV, come nella Fiat Panda 45 con il motore 900 ad aste e bilancieri) è brillante nei primi metri per essere abbastanza spompato quando si sale.
Stiamo parlando di una city car che occasionalmente può uscire su extraurbano ma con i limiti di una utilitaria molto leggerina: la sensazione non è esattamente di macchina protettiva, onestamente.
Un’auto senza tanti fronzoli che possiede ciò che serve (compreso un 7″ infotainment con Android e Apple Car Play spartano ma funzionale) ma con allestimenti, i materiali, chiusure e accessori davvero da Pandino anni 90, con rispetto parlando.
Però parliamo di un’auto che costa di listino € 23.350 (Comfort Plus), un prezzo davvero basso per una elettrica nata per essere una entry level nell’elettrico.
Non contento di queste due prove ho voluto fare un test drive con una 500 Elettrica, modello Icon.
Faccio una premessa, nasco sulle FIAT (i miei genitori hanno avuto due 500 L) però da circa 20 anni ho abbandonato il marchio per un livello abbastanza deludente delle auto e dei prezzi non competitivi, buttandomi su tedesche, giapponesi e francesi.
Bene, dimenticatevi la FIAT degli ultimi anni, questa è una autovettura bellissima, curata e studiata nei minimi particolari.
Design, allestimenti, materiali, tecnologia tutto davvero sorprendente, compresa l’assistenza guida e mille funzioni.
Una macchina ricamata, con un motore potente e autonomia in linea con la ZOE anche se più sportivo, forse per il baricentro basso. L’unico difetto sono i due posti di dietro e la mancanza degli sportelli (se non si prende la versione 3+1 con un mezzo sportello sul lato passeggero).
Prezzo in linea con la ZOE (circa € 35.000, dipende da allestimenti e optional).
Insomma, macchine interessanti e con alcuni elementi che vanno considerati.
Prima di tutto la garanzia di durata delle batterie (8 anni e 160.000 km al 70%) che non sono pochi, come garanzia.
Parliamo di un’auto che probabilmente tra 8-10 anni avrà una tecnologia superata ma che in questo lasso di tempo ci potrà aiutare a contenere i costi.
Facendo i conti della serva (perdonate l’approssimazione) e considerando che 160.000 in 8 anni sono circa 20.000 km/anno, stimando approssimativamente i costi del carburante, tagliandi e bollo (che per i primi 5 anni non si paga) il risparmio che si stima rispetto a una benzina è di circa € 2.000/anno che in 8 anni fanno circa € 16.000.
Se si produce l’energia elettrica con un impianto fotovoltaico è tutto guadagno altrimenti se ci colleghiamo alla rete domestica parliamo di circa € 4.500 (0,20/KW) che comunque permette di ammortizzare parte dell’investimento.
Se invece la ricarica avviene in colonnina il costo sale ancora un po’.
Insomma, tirando le somme e alla luce degli incentivi comunicati oggi un investimento notevole che senza incentivi adeguati è parecchio impegnativo, per un’auto che sempre una utilitaria rimane.
Con la stessa cifra e anche meno si può acquistare un’ibrida di segmento superiore con dei costi gestibili. L’alternativa economica come la Dacia Spring è una scelta di compromesso che forse non siamo più abituati a fare anche se ha il suo perché.
In ogni caso peccato che non si sia deciso di investire davvero nella mobilità elettrica tagliando gli incentivi per le termiche e avviando quella transizione ecologica vera e necessaria che ha nella mobilità uno dei punti critici e inevitabili da affrontare.
Ma sarà per un’altra volt.
Stralcio integrale del Comunicato stampa del Consiglio dei Ministri n. 71 relativo agli incentivi Automotive
DPCM INCENTIVI AUTOMOTIVE
Il Presidente Mario Draghi ha firmato, su proposta del Ministro dello sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, di concerto con i ministri dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco, delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibili Enrico Giovannini, della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, un dpcm che ridisegna e finanzia in maniera strutturale l’incentivo per l’acquisto di veicoli, auto e moto, elettrici, ibridi e a basse emissioni.
Il provvedimento destina 650 milioni di euro per ciascuno degli anni 2022-2023-2024, che rientrano tra le risorse stanziate dal Governo nel Fondo automotive per il quale è stata prevista una dotazione finanziaria complessiva di 8,7 miliardi di euro fino al 2030.
In particolare, la misura stabilisce che:
- per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 0-20 g/km (elettriche), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 3 mila euro, a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 220 milioni nel 2022, 230 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024;
- per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissione 21-60 g/km (ibride plug – in), con un prezzo fino a 45 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro a cui potranno aggiungersi ulteriori 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 225 milioni nel 2022, 235 milioni nel 2023 e 245 milioni nel 2024;
- per l’acquisto di nuovi veicoli di categoria M1 nella fascia di emissioni 61-135 g/km (endotermiche a basse emissioni), con un prezzo fino a 35 mila euro + Iva, è possibile richiedere un contributo di 2 mila euro se è contestualmente rottamata un’auto omologata in una classe inferiore ad Euro 5. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 170 milioni nel 2022, 150 milioni nel 2023 e 120 milioni nel 2024.
Gli incentivi per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in ed endotermiche sono concessi soltanto alle persone fisiche. Una percentuale dei fondi è riservata alle società di car sharing per l’acquisto dei veicoli elettrici, ibridi, plug-in.
In favore di piccole e medie imprese, comprese le persone giuridiche, esercenti attività di trasporto di cose in conto proprio o in conto terzi sono inoltre previsti contributi per l’acquisto di veicoli commerciali di categoria N1 e N2, nuovi di fabbrica, ad alimentazione esclusivamente elettrica. L’incentivo viene concesso con la contestuale rottamazione di un veicolo omologato in una classe inferiore ad Euro 4.
È pertanto riconosciuto un contributo di 4.000 euro per i veicoli N1 fino a 1,5 tonnellate, di 6.000 euro per i veicoli N1 superiori a 1,5 tonnellate e fino a 3,5 tonnellate, di 12.000 euro per i veicoli N2 da 3,5 tonnellate fino a 7 tonnellate. Per i veicoli N2 superiori a 7 tonnellate e fino a 12 tonnellate è riconosciuto un contributo di 14.000 euro. Queste categorie di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 15 milioni nel 2023 e 20 milioni nel 2024.
Sono stati previsti incentivi anche per l’acquisto di ciclomotori e motocicli elettrici e ibridi (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7): un contributo del 30% del prezzo di acquisto fino al massimo di 3 mila euro e del 40% fino a 4000 mila euro se viene rottamata una moto in una classe da Euro 0 a 3. Questo ecobonus è finanziato con 15 milioni di euro per gli anni 2022, 2023 e 2024.
Per i ciclomotori e motocicli termici, nuovi di fabbrica (categorie L1e, L2e, L3e, L4e, L5e, L6e, L7) è invece previsto, a fronte di uno sconto del venditore del 5%, un contributo del 40% del prezzo d’acquisto e fino a 2500 euro con rottamazione. Questa categoria di ecobonus è finanziata con 10 milioni nel 2022, 5 milioni nel 2023 e 5 milioni nel 2024.
Il provvedimento entrerà in vigore dopo la registrazione della Corte dei conti e la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.
Il Governo definirà ulteriori misure di rafforzamento del settore e delle filiere.